Visto che la nostra azienda era una famiglia, per giunta disfunzionale e molto grande, era del tutto normale che ondate di pettegolezzi ci attraversassero senza trovare ostacoli. Erano parte del sistema informale di comunicazione interna, affiancavano i canali ufficiali, qualche volta addirittura incoraggiate e generate appositamente, come folate di disinformazione che potevano aiutare a raggiungere fini specifici.
I pettegolezzi si potevano dividere in tre categorie principali. La più semplice era quella delle storie di letto. Chi stava con chi, chi voleva stare con chi. Ricalcava le dinamiche di una normale classe mista in seconda media, ma su scala molto più ampia; a me erano stati attribuiti almeno cinque flirt, in quegli anni, ed erano quelli di cui ero venuto a conoscenza. E uno solo era reale, anche se purtroppo non aveva fatto passi avanti; il mio tenere letteralmente gli occhi fissi su Orietta in quella gita aziendale non era passato inosservato. Questa categoria era abbastanza innocua, una delle cose che rendevano l’Italia diversa dalle altre sedi era che difficilmente le carriere si rovinavano per motivi di letto, dovevano essere molto seri e il pettegolezzo non bastava nemmeno a generare un avvertimento. In altri paesi, invece, relazioni anche innocue ma consumate o con soldi o in proprietà aziendali erano state sufficienti a causare licenziamenti immediati.
La seconda categoria era quelle delle storie di carriera. Chi sarebbe andato dove, chi avrebbe preso il posto di chi e, soprattutto, perché. Simile alla prima, ma molto meno romantica. E in questa categoria la manipolazione era all’ordine del giorno. Anche io, per provare la fedeltà dei miei collaboratori, confidavo ad ognuno, chiedendo assoluta e totale riservatezza, una voce diversa. “Credo proprio che Hoist si stia orientando su … per prendere il ruolo di capo divisione”, e ognuno riceveva un nome differente. Quei nomi poi volavano sulle ali del pettegolezzo e, quando tornavano a me, identificavano chi non era in grado di tenere la bocca chiusa. Solo Simone non ci era mai cascato, ma lui conosceva il trucco da tempo.
L’ultimo gruppo era quello delle storie di paura. Le riorganizzazioni, i licenziamenti di massa, le chiusure. Anche queste, spesso, venivano messe in giro ad arte, magari in forma edulcorata, per preparare le persone al peggio. Quando una storia di queste circolava, almeno un poco di verità c’era sempre.
E i più previdenti cercavano di trarne vantaggio.
9 – Le cattive notizie viaggiano veloci
Nicola: Ciao sono Nicola, buona sera a tutti
Michael: Ciao sono Michael, buona sera a voi
Clara: Michael, è ora di pranzo per te!
Michael: Ciao Clara, sì in effetti per me è proprio ora di pranzo. Aspetta che accendo la telecamera
Clara: Che bello! Ma cosa è, risotto?
Kim: Salve a tutti, sono Kim, di che risotto state parlando?
Michael: No Clara no non è risotto, è quinoa con kale scottato, semi di chia e una riduzione di tè verde. Oggi è la mia giornata power food.
Nicola: Grazie Michael, poi non mandarci la ricetta. E hai un po’ di quinoa nella barba. Ci siamo tutti?
Kim: Manca Karen, è online ma non mi risponde.
Nicola: Cominciamo intanto. Clara hai preparato il riepilogo dei progetti come ti avevo chiesto?
Clara: Sì certo, lo sto condividendo. Quella che vedete nella prima slide è la lista di tutti i progetti in cui stiamo perdendo soldi, ordinata per…
Michael: Clara, noi vediamo la tua faccia e anche il bicchiere di rosso che hai di fianco al computer, devi condividere la presentazione
Clara: Ma l’ho fatto. Aspettate che mi stacco e mi riattacco
Kim: Ho trovato Karen, non aveva capito che la call era oggi e si stava lavando i capelli dopo la palestra ma ora si sta connettendo
Clara: Ora vedete?
Nicola: Vediamo sempre te, e grazie per avere fatto sparire il vino, ma non era quello il problema. Ogni volta questa storia. Mandami la presentazione per mail, che la condivido io.
Karen: Ciao a tutti, eccomi scusate il ritardo. Avete sentito la novità?
Michael: Ciao Karen, quale novità?
Karen: Cacciano seicento persone nella business unit di Arcozzi. E Arcozzi è già fuori.
Nicola: Karen, tu come lo sai?
Michael: Merda, seicento persone
Karen: La segretaria di Arcozzi era a yoga con me questo pomeriggio, lei la tengono perché sa troppe cose
Nicola: Non credo sia una fonte attendibile
Kim: Nicola, ma allora non è vero?
Nicola: Non ho detto che non è vero, solo che non è una notizia confermata
Michael: Ma quindi tu lo sai
Nicola: Fino a quando non è confermata non posso dire niente. Ma non seicento, credo.
Clara: Nicola, ecco ti ho mandato la presentazione. Non vi sentivo mentre parlavate, avevo schiacciato per sbaglio il volume delle cuffie. Puoi condividerla.
Karen: Clara, licenziano seicento persone di Arcozzi
Nicola: Kim, non è così, ho detto che non è confermato
Clara: … no, non può essere, nella unit di Arcozzi?
Michael: Sì, e di colpo, e Arcozzi è già andato a casa
Karen: A me l’ha detto la segretaria di Arcozzi, quindi è sicuro
Nicola: Vi ho detto che non è confermato
Kim: Ma tuo marito non lavora lì Clara?
Clara: Io non ci posso credere, scusatemi devo chiamare subito mio marito
Nicola: Aspetta! Non c’è niente di certo. Clara…
Kim: Si è disconnessa
Nicola: Cazzo, certo che un poco di delicatezza
Karen: Scusate, io non sapevo che il marito…
Michael: Ma allora è vero?
Nicola: Qualcosa di vero c’è di certo, ma ora discutiamo dei progetti. Vedete la presentazione?
Kim: Si ora la vediamo, ma perché li cacciano?
Nicola: La voce è che Arcozzi avesse creato nel suo gruppo l’equivalente di una banda di rapinatori
Karen: Cioè?
Nicola: Per ogni progetto che facevano nascondevano dei fondi in modo da crearsi una riserva per i tempi difficili. E non lo facevano solo i capi progetto, ma anche i team leader, per questo ne cacciano così tanti
Michael: Pazzesco
Nicola: Ma non è detto che sia vero, non c’è niente di confermato. L’ho sentito perché Mentano lo diceva al telefono nella stanza di fianco alla mia questa mattina. Qui si sente tutto.
Kim: Se lo diceva Mentano deve essere vero. Chi prende il posto di Arcozzi?
Karen: La segretaria a yoga mi ha detto Pastore. Non sembrava granché quando è arrivato, sempre un poco per i cazzi suoi, ma sta facendo carriera.
Michael: Avrà scoperto lui quello che stava facendo Arcozzi, l’avranno premiato per quello
Nicola: Io credo, se tutte queste cose saranno confermate, che sia una operazione fatta per farci crescere più velocemente: lasciare zavorra per potere accelerare…
Kim: Nicola, non voglio offenderti ma che cazzo dici, parla della zavorra al marito di Cla…
Clara: Ciao a tutti grazie per avermi aspettata. Ho parlato con mio marito, lui non è nei seicento.
Karen: Meno male! Sono proprio contenta per voi
Clara: Ero sconvolta ma ora che so che lui non è nella lista sono ok. Nicola sei riuscito a condividere la presentazione, grazie! Cominciamo?
Nicola: …aspettate mi sta pingando Mentano
….
Nicola: …devo staccarmi, hanno convocato immediatamente una call con tutti i direttori… forse sarà per annunciare i licenziamenti… mi raccomando, fino a che non c’è una conferma voi non parlate con nessuno di questa discussione. Ciao a tutti, buona serata.
Clara: Va bene Nicola, nessun problema, vi mando la mail con il riepilogo dei progetti e potete commentarlo offline.
Michael: Perfetto, la aspetto, buona serata a tutti
Karen: Ciao Michael, ora puoi andare finire la tua quinoa. Ciao a tutti!
Michael: Ciao
Nicola: Ciao
Karen: Ciao
….
Clara: (lontana, parla al cellulare) Eccomi amore, finalmente quella call del cazzo è finita ma almeno questa volta è servita a qualcosa. Passare la lista di chi scopa con chi all’HR di Pastore è servito a qualcosa, si sa che lui controlla tutto. A dopo, baci baci baci…
Kim: Ciao, Clara